ansa.it BRUXELLES – La Commissione Ue lancerà presto uno studio specifico per analizzare e monitorare i singoli mercati dei servizi di taxi e di veicoli con autista negli Stati membri. Questa analisi fornirà la base necessaria alla Commissione per decidere sulla future azioni al livello comunitario. E’ quanto hanno riferito fonti europee circa i tempi e le modalità di una nuova regolazione Ue alla luce dello sviluppo rapidissimo della app di Uber, il servizio di auto con conducente prenotato on-line, e le tensioni crescenti con le compagnie di taxi tradizionali.
La Commissione – sottolinea la stessa fonte – sostiene lo sviluppo di nuovi e innovativi servizi di mobilità. Essi, tuttavia, non dovrebbero eludere le norme nazionali. Allo stesso tempo, quando si applicano le disposizioni nazionali, gli Stati membri sono tenuti a rispettare i principi generali del diritto comunitario quali la proporzionalità, non discriminazione e la libertà di stabilimento. Sia le opportunità, sia le sfide apportate da Uber e società simili – prosegue la fonte Ue – rendono necessario capire meglio i loro modelli di business e di funzionamento, rispetto ai taxi tradizionali. La Commissione, inoltre, ha anche bisogno di capire l’impatto dell’espansione di questi nuovi servizi sul settore in questione, ma anche sull’economia e le società nel suo complesso.
Per questo motivo, la Commissione segue da vicino i cambiamenti del mercato e le denunce specifiche, consapevole che le questioni sollevate sono abbastanza complesse, e la loro soluzione – conclude la fonte – può eventualmente richiedere ulteriori approfondimenti. Già la settimana scorsa, la Commissione ha ricevuto l’ennesimo ricorso da parte di Uber contro la Francia e la Germania per le loro leggi che di fatto impediscono il suo servizio nei due Paesi. Come ha ricordato una sua alta dirigente a Newsweek, Uber da qualche giorno ha lanciato la sua app nella città numero 300, ad Amman, nel suo 56esimo Paese, la Giordania.
Una compagnia che ha 6 anni di vita e oggi, secondo le ultime stime, vale 40 miliardi di dollari. Secondo gli ultimi dati, nella città in cui ha il suo quartier generale, San Francisco, copre il 71% di tutte le corse con conducente. Molto forte anche a Dallas (56%), Los Angeles e Washington, ambedue al 49% del mercato. Più difficile la penetrazione a New York, Miami e Chicago, dove i taxi, le macchine con autista e i vari shuttle, coprono ancora il 75% delle corse. Del resto, anche negli Usa, come in Europa, Uber provoca furibonde polemiche: Carly Fiorina, ex Ad di Hewlett Packard, oggi esponente repubblicana, ha difeso pubblicamente i meriti della app, accusando le “grandi compagnie di Silicon Valley di cospirare con i regolatori per impedirgli di conquistare il mercato”. Infine, riguardo alla penetrazione di Uber in Italia, va ricordato che sarà partner ufficiale per il trasporto persone al padiglione Usa al’Expo 2015. Lo ha reso noto lo stesso vettore privato, spiegando che i suoi principi ispirati alla sharing economy sono coerenti con i temi del padiglione “American Food 2.0: Uniti per nutrire il pianeta”, tra cui la sostenibilità e la mobilità.