“Il Parlamento non subisce ricatti da nessuno”. Ipse dixit: Salvatore Tomaselli, relatore al ddl concorrenza.
Cosi’ parlo’ Zarathustra Tomaselli, relatore al ddl 2085 sulla concorrenza e novello esperto in ricattologia, beh…un po’ meno in Italiano, in cui si becca l’insufficenza, visto che la forma corretta sarebbe: ‘ il parlamento non subisce ricatti da alcuno’, perche’ detta cosi’ vuol dire che li subisce da chiunque, errore dunque o lapsus Freudiano?. Non dico che si debba essere tutti letterati, ma almeno l’Italiano #Sallo, visto che si esprime a nome del parlamento ( tra l’altro: il parlamento lo sa?) e un po’, ma poco, anche a nome degli elettori. In principio fu il verbo, disse il Nazareno, ( no, senatore, non ‘quel’ nazareno, l’altro, l’originale ), ma pure l’avverbio, il complemento oggetto e possibilmente la sintassi.
Tralasciando gli aulici dettagli logologici, passiamo ai fatti. E Chi saranno mai questi biechi ricattatori?, suspance…rullo di tamburi, I taxisti naturalmente! Sono sicuro che questa gli mancava, demolite quali oggettive, asseverate ‘cazzate’ le accuse di lobbysmo, corporativismo, dita nel naso ed alluci valvi, quando non si riesce piu’ a nascondere la polvere sotto il tappeto, ci si lancia in virtuose autodifese (poco) degne degli antichi retori Greci.
Perche’ vedete, non un emendamento tirato fuori ed approvato alle due di notte e licenziato apponendo la fiducia il giorno dopo senza neppure ascoltare il parere delle parti sociali della categoria, no, quello non e’ un ricatto, quello e’ rispetto, libero arbitrio e soprattutto un agire trasparente, lindo, anzi #Linda, terso come acqua di fonte e pazienza se 40.000 imprese Italiane, 120.000 cittadini, avrebbero voluto spiegare le proprie ragioni, daltronde coi ricattatori non si tratta.
Vi sarebbe poi un accordo con il ministro, per cui ci si siede tra persone per bene, si concorda un riordino ragionato del comparto, ma anche in questo caso pazienza se in altra sede si fa in modo che tutto venga reso vano da un ddl alla concorrenza che include emendamenti che scardinano il lavoro presso il ministero that’s Italy, e’ la democrazia nell’era del pd, baby. I taxisti, naturalmente chiedono perplessi al ministro spiegazioni, ma lui replica amabilmente che il governo non ha alcun potere sul parlamento, che se non facesse piangere, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risa. I ricattatori, a questo punto, sono costretti a porre delle pregiudiziali non tanto in quanto tali, ma per preservare quel minimo di intelligenza propria, che altri vorrebbero coglionargli, perche’ non e’ detto che se la politica se la suoni e canti, debbano farlo anche I taxisti.
Ovviamente e tornando seri, I ricattati sono I taxisti e lo ha ben compreso perfino il 71% degli Italiani, ma non il Pd, ne il governo. La verita’ e’ quella che pochi dicono chiaramente, in senato e parlamento siedono persone inelette e che comunque dovrebbero preservare il servizio pubblico e che invero, rispondono ad interessi terzi, privati, oligopolistici e multinazionali (specifico nel caso non fossi stato abbastanza chiaro), multinazionali che si giocano tutto in una mano ben sapendo che il panorama politico futuro non li fara’ gozzovigliare come quello attuale. Una cosa e’ certa, non vi e’ peggior sordo di chi non vuol sentire e se il partito di maggioranza vuole dissolversi per quattro spicci, sta seguendo la strada giusta.
Articolo di: http://blogintruder.blogspot.it/2017/03/taxisti-senatore-sinformi.html?
3 risposte a “Taxisti: Senatore, s’informi!”