Nessuna mobilitazione della Categoria per la difesa di strutture economiche

«Apprendiamo da fonti di stampa che, con generici richiami all’unità della categoriasi, si invitano i lavoratori e le strutture sindacali ad un assemblea generale di categoria per difendere un presunto bene comune contro le iniziative del Governo». È quanto affermano in una nota Fit Cisl taxi, Uil Trasporti taxi, Ugltaxi, Federtaxi Cisal e Fast tpnl Confsal.

«Abbiamo l’impressione che questa preoccupazione nasca non tanto dalla mancata realizzazione di quanto promesso dal governo per contrastare i fenomeni di abusivismo presenti nel settore e legati all’uso difforme di autorizzazioni di noleggio, per cui ci sarebbe un imbarazzante ritardo nei tempi di reazione, dato che altre strutture di rappresentanza sono già intervenute da tempo per tentare di arginare il problema, quanto dal timore espresso da alcuni enti economici, già operanti nel settore e governati oramai da troppo tempo da chi sembra esserne diventato padrone a tutti gli effetti, per l’ingresso nel mercato di nuovi intermediari – si legge nel comunicato – »Riteniamo perciò inopportuno inserirci in dispute fra soggetti economici poiché per noi, a chiunque operi nel rispetto delle regole, deve essere consentito di poter effettuare intermediazione tra passeggeri e conducenti. Conducenti che devono essere in possesso dei titoli autorizzativi previsti dalla legge 21/92.

Dunque tassisti e noleggiatori con regolare licenza ed autorizzazione che operino nel rispetto delle regole che differenziano la loro attività professionale: servizio pubblico da piazza con tariffa amministrata per i taxi e servizio da rimessa per i noleggio con conducente, entrambi legati al principio di operatività territoriale. Basti ricordare che nei momenti in cui vi sarebbe stata la necessità di serrare in modo unitario il confronto con il Governo, mentre il 23 marzo si scioperava per chiedere di modificare il DDL concorrenza in discussione al Senato, qualcuno definiva il blocco del servizio e le piazze che si riempivano di migliaia di colleghi in ansia per il proprio futuro, come una iniziativa priva di utilità e gestita da un gruppo di facinorosi e violenti. Iniziativa con la quale sono state eliminate nell’aula del Senato, molte delle cose negative approvate in Commissione Affari Costituzionali a danno del settore.

Per non parlare della totale assenza di alcune di queste strutture di rappresentanza sindacale che si auto definiscono tra le più importanti della categoria, nella causa intentata contro la multinazionale americana Uber. Chi costruisce oggi app di incerta proprietà, mentre i lavoratori del comparto annegano nell’abusivismo perpetrato da migliaia di noleggiatori irregolari, definiti «i meno peggio» solo perché non insidiano il controllo di qualche struttura economica presente in categoria, dopo non averne indovinata neanche una e gettato fango su chi legittimamente protestava, non merita alcun tipo di considerazione. Il DDL concorrenza sarà quasi sicuramente approvato con lo stesso testo uscito dal Senato.

In attesa del tanto decantato Decreto Ministeriale (trenta giorni) che dovrebbe temporaneamente regolamentare il settore e sul quale chi oggi tanto sbraita si è fatto tranquillamente prendere in giro teniamo alta la vigilanza e prepariamoci al confronto con il Governo quando dovrà emanare i Decreti Legislativi, con i quali si deciderà il nuovo futuro assetto del comparto«

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